incazzarsi, mai?

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decisioni

quando decisi di lasciare donato non gli dissi nulla. era venerdì. era sera. faceva freddo. indossavo dei guanti blu e il mio solito cappello nero. nessuna parola, nessun bacio o abbraccio d’addio, nessuna lettera, nessun messaggio da fargli recapitare. e poi io sono fatta così. anche quando ci fidanzammo non glielo feci sapere.

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estetica

Mia mamma, quando le faccio certe domande, risponde sempre roma per toma. Eppure io vorrei proprio sapere, ad esempio, se sono bella o no. E’ importante saperlo. E saperlo in fretta. Oggigiorno un giovane deve scegliere la sua strada prima possibile, il suo “orientamento”, come si suol dire. Mettiamo che io sia bella: sposerò il principe di Monaco o magari farò la puttana, non so ancora, ci sono molti pro e contro, sono indecisa. Se sono brutta sposerò un presisdente degli Stati Uniti o farò la vigilessa. Se non sono né bella né brutta sposerò un dirigente e farò dei bambini né belli né brutti che mi faranno delle domande a cui risponderò pensando ad altro. Che sia gelosa, la mia mamma? Che io sia più bella di lei? E non vuole che io sappia perché ha paura che le soffi papà?… Comunque se la mia mamma mi chiedesse se la trovo bella le direi la verità, io. Le direi che sì, nell’insieme non è poi malaccio, ma che non sarebbe una cattiva idea se si facesse rifare il naso. In sé è caratteristico, il suo naso, ha molto stile, ma non lega per niente con il resto, ci fa a pugni, insomma, bisogna dire le cose come stanno. E poi non dovrebbe mettere in mostra così le orecchie, sono troppo a sventola, sbatacchiano come due imposte accostate male. Son cose che la mia mamma non sa, sarebbe un vantaggio per lei se qualcuno gliele dicesse, son sicura, ma siccome non mi ha mai chiesto se la trovo bella non ho mai avuto l’occasione di parlargliene. Mi chiedo se non sia il caso di prendere l’iniziativa. In conclusione: esser bella non basta, bisogna anche saperlo. Supponiamo che io sia bella, ebbene, se non lo so e mi comporto come se non lo fossi, è tutta bellezza perduta. Che spreco.

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babele

Lui: “Fai sesso con altri uomini?”

Lei: “No.”

Lui: “Ripeto: fai sesso con altri uomini?”

Lei: “No. Ho detto di no.”

Lui: “Mi hanno detto che fai sesso con altri uomini. Gente di cui mi posso fidare. Sono nervoso. Molto nervoso. Non peggiorare la situazione. Fai sesso con altri uomini?”

Lei: “Te l’ho già detto. No.”

Lui: “Per l’ultima volta. Fai sesso con altri uomini?”

Lei: “Ancora?”

Lui: “Quindi la gente si sbaglia?”

Lei: “Sì, si sbaglia. Ci faccio l’amore.”

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l’emporio

Ci pensavo stamattina. Mentre passeggiavo. A come sarebbe bello se tutto avesse un prezzo. Tutto, ogni cosa. In un grande negozio. Già immagino la scena: “Salve. Vorrei cambiare vita. Quanto costa provare?”… “Sette euro.”… “Le do dieci. Tenga il resto.”

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credo della signorina greatheart

non sono contraria al matrimonio, ma mette fine a un sacco di cose alle quali sono favorevole.

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altan

secondo lui per quei tre quattro giorni del mese io vivo nella realtà. il resto è un assurdo nirvana.

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compassione

L’uomo è nato per soffrire, sta scritto nella Bibbia. La donna anche, da che ha conquistato il dritto di voto. Eppure c’è gente che non soffre. Io non so come faccia. Credo che abbia un carattere speciale. Blindato, direi. Pellaccia da rinoceronte. Oppure sono io che sono troppo sensibile. Capisco troppo le persone, le cose, la vita, per cui, per forza, partecipo. Sento tutto quello che sentono quelli che soffrono, poverini, ma siccome per giunta li compiango, soffro per la loro sofferenza e in più soffro per la mia compassione, e poi io soffro quello che loro soffrono, ma moltiplicato per cento, e il risultato è una megasofferenza. E’ per questo che sto tanto male. A volte mi dico che forse ho troppa immaginazione. Mi dico che magari mi invento che gli altri soffrano, esagero, che forse, dopo tutto, gli altri non soffrono poi tanto. Voglio dire che, dopo un po’ di tempo, ci avranno pur fatto l’abitudine, per forza, ci si abitua a tutto. Più o meno, cioè. Ad ogni modo la loro sofferenza non può mica essere così terribile come all’inizio. Ebbene, me lo dico e me lo ripeto, eppure continuo a soffrire insieme a loro come il primo giorno, è più forte di me, ed è una cosa che mi rovina l’esistenza. Non ci si può rifare. Io sono nata per soffrire, insomma. Una specie di temperamenteo elitario, non so se riesco a spiegarmi. E la cosa che mi fa più soffrire è che nessuno sembra accorgersi che sto soffrendo. Oppure tutti lo trovano naturale. E’ anche vero che io sono troppo orgogliosa per lamentarmi… Sì, ecco, io barcollo sull’orlo dell’abisso senza fondo e gli altri invece mangiano, scopano, scherzano. Anch’io, direte voi, mangio. Ma è psicosomatico, dipende dalla mia impotenza ad aiutare chi non sa più dove sbattere la testa… Anch’io scopo, non si può mica dir sempre di no alla natura, è chiaro, e poi la lussuria è di per sé una purificazione, l’ho letto da qualche parte, per cui io mi purifico a fondo, godo furiosamente, i vicini battono al soffitto perché, a quanto pare, mi metto a gridare e sopra ci sono i bambini. Sembrerebbe che sia uno scandalo. Ma loro non lo sanno che io, al contempo, penso al dolore del mondo e soffro. Anch’io scherzo. Rido alle barzellette sui carabinieri. Ma è perché sono stoica, non rompo mica le scatole agli altri con i miei stati d’animo, eppure è tutto solo una facciata, sotto sotto io soffro con i bambini che hanno il ventre gonfio e niente da metterci dentro, soffro con i rumeni, con i polacchi, con i drogati, con gli spacciatori di droga, con il geranio che non è stato annaffiato. Quanto soffro, però. Una vera professionista. A volte mi dico che è insensato. Che mi prendo le cose troppo a cuore. Che dovrei blindarmi un po’ anch’io. Del resto ho provato. Una volta. E mi sono resa conto di una cosa: quando non soffro, che rottura di scatole.

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spoiler

alla fine muore.

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tradimento

Se mi tradisse gli caverei gli occhi, gli mozzerei il coso, gli metterei il pepe nel cappuccino…Non so cosa farei, ma farei qualcosa di terribile. E come faccio a saperlo quello che farei? Bisognerebbe che me ne desse l’occasione. E non me la dà mai. E’ una cosa insopportabile. Un giorno o l’altro esploderò.

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